UN’ALTRA POLITICA DEI RIFIUTI  E’ NECESSARIA  E  POSSIBILE

Ci rivolgiamo a tutte quelle realtà che hanno a cuore la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente.

La questione ambientale nella città di Roma è coniugata intimamente con le vicende che si sono svolte e che si svolgeranno a Malagrotta. E’ in questo luogo dal nome così evocativo che da 30 anni si interrano i rifiuti. La discarica di Malagrotta, completamente privata sia nella proprietà che nella gestione, è situata in una zona ad alta concentrazione di grandi impianti industriali (raffineria, inceneritore rifiuti ospedalieri, cave, bitumificio, depositi di gas e carburanti) tanto da essere classificata come sito ad alta probabilità di incidente rilevante e soggetta alla legge Severo II, ma mancando i decreti attuativi di questa legge, tutta la zona continua a essere terra di nessuno.

La discarica è stata ed è tuttora al centro di numerose lotte; nel corso della sua gestione non solo la magistratura italiana ma anche quella europea si sono dovuti occupare di innumerevoli inadempienze della legge. Attualmente è in corso il 4° procedimento per inosservanze sulla gestione del percolato. I danni procurati ai cittadini e all’ambiente non finiranno con la chiusura della discarica, la gestione post-mortem della stessa, infatti, deve durare 30 anni. E ai danni si aggiunge la beffa, perchè saranno i cittadini a pagarla, mentre la società proprietaria ha accumulato profitti tali da condizionare tutta la politica dei rifiuti dell’intera regione. Non è un caso la bassa percentuale di  raccolta differenziata . e l’inesistenza di altre politiche di trattamento dei rifiuti.

A tutti questi danni accumulati nel tempo nell’interazione di così tante attività industriali presenti nell’area, si aggiungerà ora un impianto di gassificazione, (all’interno del recinto della discarica già satura di metano), completamente sperimentale, unico in Italia e in Europa (il gemello europeo di Karlsrhue in Germania  è stato chiuso sia per problemi di emissioni che economici gestionali). Sono più di 2 anni che i cittadini e i comitati hanno intensificato la loro lotta contro questo impianto e contro l’allargamento della discarica, che dovrebbe contenere le ceneri di risulta di questo impianto,  oltre alla  FOS  (frazione organica cosiddetta "stabilizzata")  che rappresenterebbe  anch' essa un problema enorme  a ridosso dell' abitato  di Massimina.  Abbiamo messo a nudo tutti i punti oscuri nell’iter autorizzativo, tutte le ricadute sulla salute dei cittadini e dell’ambiente e l’equivoco della sua rendita energetica, senza ottenere nessuna risposta.

Assistiamo non più tanto stupiti, a questo paradosso, abbiamo sia un governo centrale che regionale di centro sinistra, il comune e la provincia di Roma amministrate da giunte di sinistra, ma non si riesce a risolvere questo problema ed a invertire la politica dei rifiuti.

La politica che dovrebbe essere capace di guardare al passato e fare i giusti bilanci delle politiche da struzzo fatte finora sui rifiuti, guardare al presente, tenendo bene in mente l’interesse di tutta la collettività, affrancandosi dalla pressione del mondo degli affari e delle lobbies  che da questo tipo di politica hanno ricavato profitti enormi. La politica che dovrebbe tornare a progettare e governare i territori a favore dei cittadini.

Quindi noi contestiamo il gassificatore per tutti i problemi di sicurezza dell’ubicazione e di tutela della salute, per tutte le violazioni che si sono verificate, ma lo contestiamo anche perché l’approccio di cui il gassificatore è l’estrema conseguenza, la scelta della termodistruzione, è l’ultimo anello di una politica dei rifiuti debole e miope. Sostituire l’utilizzo delle discariche con inceneritori e gassificatori non cambierà questa politica dello struzzo fatta finora con i rifiuti.

Il problema della gestione dei rifiuti è un aspetto strategico che caratterizzerà sempre di più il vivere civile delle nostre città, abbandonarlo all’appetito dei privati creerà solo nuove emergenze ambientali. Nonostante la situazione diventi sempre più insostenibile, la politica continua a mascherare con tante parole e bei propositi il vuoto decisionale. A livello di governo centrale continua la truffa degli incentivi pubblici alla termodistruzione (a scapito delle vere fonti rinnovabili per cui erano stati creati); con un fare da finta tragedia greca, si disfa di notte quello che si fa di giorno.

Gli obiettivi di Raccolta Differenziata, sia nella legge Finanziaria che nel Piano regionale, non sono accompagnati da una seria politica di attuazione di questi obiettivi. Non si cerca di colmare l’insufficienza delle infrastrutture che renderebbero possibile questi obiettivi, come finanziare impianti di compostaggio di piccola taglia, costruire il raccordo delle varie filiere che dovrebbero lavorare le diverse frazioni merceologiche risultanti dalla R.D. A livello di politica comunale non si cerca di dotare i vari Municipi delle isole ecologiche, siamo ancora a 5 impianti su tutta la città. Nemmeno si ha l’intenzione di portare a regime i progetti pilota attivati e moltiplicare le esperienze di R.D. porta a porta che hanno dato delle risposte significative. A Colli Aniene si è raggiunto il 63% di R.D.

Il cittadino quando viene messo nelle condizioni di fare bene collabora e i risultati arrivano.

NO

ALLA POLITICA DELLA TERMODISTRUZIONE

SI

A UNA NUOVA POLITICA DEI RIFIUTI CHE PREVEDA

 

RIDUZIONE DEI RIFIUTI, RIUSO, RICICLO, RACCOLTA PORTA A PORTA

 

E TRATTAMENTO DEL RESIDUO CON IMPIANTI A FREDDO ( T.M.B. )

 

  Roma, 20  Ottobre 2007

                                                                          IL COMITATO MALAGROTTA

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