Pecoraro ha deciso: "La discarica s'ha da fare"

Venerdì, 7 ottobre 2011 - 16:01:24 di Fabio Carosi

Il commissario Giuseppe Pecoraro scioglie le riserve e colloca i rifiuti di Roma in altro Comune. La cava individuata è di proprietà dell'avvocato proprietario di Malagrotta che già nel 2009 aveva presentato un progetto per trasformarla in discarica. Finita l'emergenza, per il prefetto di Roma si sussurra un posto da Capo della Polizia   Alla fine sua eccellenza il prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro ha fatto la cosa più logica, osando dove né Alemanno, tantomeno la Polverini si erano voluti sporcare: Malagrotta avrà l'ultima proroga e la monnezza di Roma, Ciampino e pure quella del Santo Padre e degli abitanti del Vaticano prenderà la strada di Riano. Un po' andrà anche a San Vittorino, due passi dall'VIII Municipio e sull'asse della Roma- L'Aquila.
Ora, visto che la tanto attesa decisione è arrivata, vediamo di fare un po' di chiarezza, soprattutto sui retroscena, su quelle trattative che hanno accompagnato il lavoro del Prefetto di Roma.
Chi esce malissimo dalla vicenda sono la presidente della Giunta, Renata Polverini e l'amico sindaco Giovanni Alemanno. La prima ha varato un piano che sostanzialmente non dice nulla e poi ha inserito una serie di luoghi ben 11, ove costruire potenziali discariche, senza fare una scelta. Insomma, quello che è stato sbandierato come la "madre di tutte le soluzioni alla monnezza" e raccontato urbi et orbi a suon di costosi manifesti, è servito a poco.
Poi il sindaco. Rimediata la brutta figura con l'accordo segreto per Bracciano, Alemanno è il primo che si è sfilato dalla vicenda: troppo rischioso politicamente indicare un luogo e, soprattutto, inutile sfidare il vecchio avvocato Cerroni che, nel bene e nel male i rifiuti dell'Ama li ha sempre accolti a Malagrotta.
Così il cerino è arrivato in mano a Pecoraro il quale alla fine ha dovuto cedere: il terreno di Quadro Alto è nel Comune di Riano ed è cinque volte più capiente di quello adiacente che invece è nel Comune di Roma. Così facendo, la protesta da "governare" sarà quella degli abitanti di Riano e non Roma. In termini numerici il prefetto ha avuto la vista lunga.
Scavando in questa storia di rifiuti ed equilibri politici, viene da sorridere. Ecco qualche altra verità, allora. Intanto il terreno di Quadro Alto è nella piena disponibilità dell'avvocato Manlio Cerroni, al secolo monopolista del settore e nemico numero uno di tutti quelli che volevano con questi progetti spezzare il monopolio. Poi anche il terreno confinante era di Cerroni, dello stesso Cerroni che nel 2009 aveva presentato alla Regione Lazio un progetto per trasformare l'ex cava di Quadro Alto in una moderna discarica. Ovvio che il progetto l'hanno letto tutti e tutti hanno fatto finta di niente. Ma il bello deve ancora venire. Il prefetto ha annunciato che entro due settimane verranno bandite la gare d'appalto per l'allestimento della discarica, per quei lavori cioè che permetteranno l'impermeabilizzazione, il trattamento del percolato e tutte le altre prescrizioni di sicurezza che dovranno garantire una "lunga e sicura vita" all'impianto di trattamento che, difficilmente sarà provvisorio: intanto perché nessuno ha un becco di un euro per i rifiuti e poi perché le dimensioni di Quadro Alto sono tali da durare molto più dei tre anni previsti dal prefetto.
Nella lotteria della discarica che sindaco e presidente di Regione hanno costruito a tavolino, chi perde la faccia è solo la politica. Per il prefetto c'è la possibilità di un jolly: se vincerà la battaglia per lui si prepara un posto come capo della Polizia. Almeno questo è nei progetti che ha confidato ai suoi più stretti collaboratori. Ecco perché ha mandato a dire ai cittadini di Riano di evitare proteste come a Napoli, "In quel caso, "dovrò fare il prefetto". Anche perché risolto il problema della discarica c'è da affrontare quello del termovalorizzatore.


Post-Malagrotta, discariche provvisorie a Quadro Alto e San Vittorino

Venerdì, 7 ottobre 2011 - 17:11:24 di Veronica Ulivieri

Questa mattina l'annuncio del commissario, che si dice pronto a «fare il prefetto» in caso di proteste. Ed è giallo su un termovalorizzatore che potrebbe essere costruito nei prossimi anni: Pecoraro ne parla due volte, ma poi smentisce. Domani manifestazione a Riano   Alla fine, il verdetto sul post Malagrotta è arrivato, e non si tratterà di una sola discarica. I siti che accoglieranno i rifiuti per tre anni, dalla chiusura dell’Ottavo Colle a quando sarà aperta la nuova discarica di Pizzo del Prete (Fiumicino), sono due: Quadro Alto, nel comune di Riano, e San Vittorino-Corcolle, a Roma, nell’VIII Municipio.
L’annuncio è stato dato questa mattina dal prefetto e commissario Giuseppe Pecoraro, in una conferenza stampa affollata di giornalisti ma non di autorità (non erano presenti né la PolveriniAlemanno). Quadro Alto è una vasta area composta da sette cave di tufo tuttora funzionanti, che, ha spiegato Pecoraro, «permetterebbero di non dover fare sbancamenti ulteriori e quindi risparmiare nella realizzazione dell’invaso». San Vittorino è un’area più piccola, dove comunque i lavori per la realizzazione dovrebbero essere anche in questo caso abbastanza brevi. «A Roma, si produrranno in tre anni circa 3,5 tonnellate di rifiuti, che tenderà a diminuire con l’aumento della differenziata, come tutti auspichiamo: 2,4 andranno a Quadro Alto, il resto a San Vittorino. Ho scelto due siti e non uno solo in base alla quantità di rifiuti trattati che andranno smaltiti, per evitare che un unico sito non fosse oberato dai rifiuti», ha spiegato il prefetto, che ci tiene a precisare che nelle discariche finiranno solo rifiuti già trattati: «Roma ha il 10-15% di differenziato e tutto il resto viene ancora oggi portato a Malagrotta come tal quale. Oggi abbiamo l’obiettivo trattare tutto il tal quale attraverso le quattro linee esistenti, due private e due dell’Ama».
Possibile altra proroga per Malagrotta Ma quali saranno i tempi di questa rivoluzione nella gestione dei rifiuti? «Farò in modo di chiudere Malagrotta entro il 31 dicembre. È ovvio che, se c’è una collaborazione di tutti e non ci sono ostacoli nelle procedure, si farà abbastanza presto, visto che l’ordinanza prevede anche un accorciamento nei tempi delle gare. Ma non posso escludere una mini-proroga, spero di non più di uno o due mesi», ha spiegato Pecoraro. La realizzazione e la gestione sarà affidata tramite una gara, che avrà però tempi abbreviati: «Mi auguro di poterla fare in 15 giorni, per bandirla ed espletarla servirà in tutto un mese-un mese e mezzo. Una volta aperte le discariche provvisorie, rimarranno in funzione per 36 mesi. L’ordinanza è valida fino al 31 dicembre 2012, ma una volta realizzate le discariche e avviata la gestione, la mia opera è finita», ha continuato Pecoraro.
È giallo termovalorizzatore: Per ben due volte, salvo poi smentire, Pecoraro fa riferimento alla costruzione di un inceneritore. «I nostri obiettivi sono far funzionare le 4 linee di trattamento e selezione, istituirne se necessario una quinta, e fare in modo che in 36 mesi si chiudono le due discariche e si passi al termovalorizzatore, che è l’obiettivo finale del piano regionale». Un errore? Un lapsus freudiano? A nostra precisa domanda su questo il prefetto si schermisce e dice che intendeva «in generale gli impianti di trattamento». Mario Marotta, direttore generale Attività produttive e Rifiuti precisa: «Ad oggi, escludiamo la costruzione di un altro termovalorizzatore. Allo stato attuale non c’è n’è bisogno. Il Cdr che si produrrà si potrà bruciare fuori regione. Se però il Consiglio di stato boccerà l’inceneritore di Albano, non possiamo escludere un Albano-bis».
Ipotesi Cerroni-bis: Il prefetto ha anche chiarito le indiscrezioni sulle opzioni di Manlio Cerroni, titolare della società che gestisce Malagrotta, sui terreno di Riano. «Cerroni aveva avuto la possibilità, per Pian dell’ Olmo e Quadro Alto, di chiedere delle autorizzazioni al proprietario per realizzare delle discariche. Ovviamente, io posso occupare d’ urgenza Quadro Alto e le opzioni cadono». Ma un Cerroni-bis appare un’ ipotesi realistica: «Se Cerroni vuole partecipare alla gara bene venga, nessuno glielo vieta, e in relazione all’offerta si deciderà». La scelta dei siti fatta per esclusione: «Non potevamo scegliere altrimenti» «Ai due siti siamo arrivati per esclusione. Ho anche chiesto alla Regione e ai vari comitati che ho ricevuto di indicarmi altri siti, ma l’unica proposta è arrivata dal sindaco di Riano. Questa mattina i tecnici della Regione hanno fatto un sopralluogo, ma il sito è vicino a centri abitati e richiederebbe sbancamenti e tempi lunghi di realizzazione», ha detto il prefetto. Problemi presenti anche nel caso di alcuni altri siti indicati dalla Regione: «Pian dell’Olmo oggi può contenere 750.000 tonnellate, e quindi era troppo piccola. L’abbiamo comunque considerata perché era ancora territorio romano e perché c’era un progetto di ampliamento, anche se non ci è sembrato fattibile in tempi brevi ed era particolarmente dispendioso: bisognava sbancare una collinetta per arrivare a una maggiore cubatura. Abbiamo escluso i due siti di Fiumicino perché in uno non c’erano cave presenti (Osteriaccia, ndr) e l’altro era vicino a un ospedale pediatrico (Castel Campanile, ndr). Per Monte degli Ortacci, invece, abbiamo ricevuto uno studio dell’ Ispra secondo il quale nell’area c’è un inquinamento delle falde e quindi non si poteva utilizzare un sito già inquinato, peraltro vicino a due raffinerie e vicina alla stessa Malagrotta. Castel Romano, infine, era molto vicino a un centro commerciale e a un autodromo».
Le proteste degli amministratori: Presentando la decisione ai 17 sindaci della Valle Tiberina, il prefetto ha chiuso la porta a ogni tipo di trattativa o possibilità di ripensamento. «Come italiano e come cittadino di questa città ho chiesto ai sindaci di avere un comportamento quanto più possibile istituzionale e che ognuno si assuma la responsabilità delle proprie iniziative, perché è assurdo che ci assumiamo la responsabilità di mandare in emergenza rifiuti la nostra capitale». Pronta la replica del sindaco di Riano Marinella Ricceri: «Ho chiesto al prefetto di avere lui un comportamento istituzionale. Come si può sommergere un paese come Riano dell’immondizia di due milioni di persone?». E intanto, l'assessore all'Ambiente del Comune di Riano Fausto Cantoni annuncia un ricorso al Tar: «Aspettiamo di ricevere l'ordinanza, e poi fare ricorso». Per domani, sabato 8 ottobre, è convocata alle 9,30, sulla via Tiberina, una manifestazione dei cittadini di Riano e dei comuni vicini. Ma Pecoraro non sente ragioni ed è pronto a usare metodi drastici: «Se i cittadini si metteranno di traverso, farò il prefetto», dice senza esitazioni.
Il presidio del Comitato Rifiuti Zero Fiumicino: Alcuni membri e il presidente del comitato Rifiuti Zero Fiumicino hanno tenuto un presidio sotto la sede della prefettura, per protestare contro la decisione del commissario: «La soluzione al disastro di Roma non è scavare altre buche. San Vittorino e Quadro Alto saranno probabilmente le discariche definitive, anche perché nel sito di Riano si farà un impianto di trattamento da 25 milioni di euro, che difficilmente verrà abbandonato», commenta il presidente Massimo Piras.