Sabato 06 Dicembre 2008

Malagrotta, dissequestrato il gassificatore

Il gip Finiti: l’attività prosegue sotto la supervisione dei carabinieri del Noe

 

Via ai custodi giudiziari: l’attività del gassificatore di Malagrotta potrà proseguire, ma sotto la supervisione dei carabinieri del Noe.
E’ stato il gip Marina Finiti, lo stesso giudice che lo scorso 11 novembre aveva messo i sigilli all’impianto, a revocare la vigilanza del Tribunale, ma sul sequestro ha ritenuto «il non luogo a procedere». Perché lo scorso 21 novembre il procuratore aggiunto Achille Toro e dal Simona Maisto, i magistrati titolari del fascicolo sul gassificatore, dopo un’istanza dell’avvocato del Colari, Giorgio Martellino, avevano autorizzato la riaccensione dell’impianto per evitare danni strutturali e dato il consenso alla prosecuzione dei lavori edili. Il gip si è limitato a revocare la nomina dei custodi giudiziari e a stabilire che l'attività del gassificatore, che è già ripartita, sia subordinata alla vigilanza del Noe, il Nucleo operativo ecologico, in pratica il nucleo di tutela ambiente dei carabinieri. Una sorta di amministrazione controllata, in attesa della conclusione dei lavori e dell’esame del nulla osta non ancora rilasciato dai Vigili del fuoco. Un dissequestro di fatto, ma non formale. Alla luce della decisione del giudice Marina Finiti, al quale Giorgio Martellino aveva presentato un’istanza per il dissequestro, ieri il legale ha rinunciato all'udienza davanti al Tribunale del Riesame. Anche in questo caso aveva sollecitato che fossero tolti i sigilli. Il Tribunale ha così acquisito i provvedimenti esibiti dal legale e dichiarato inammissibile il ricorso senza pagamento delle spese.
Il sequestro dell’impianto, entrato in pre-esercizio il 4 agosto scorso, era stato disposto dal gip Marina Finiti su richiesta della procura e dopo i sopralluoghi del Noe per una presunta violazione del decreto legislativo in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Il piano per la prevenzione antincendi non era in regola. Una contestazione che ha portato all’iscrizione sul registro degli indagati del presidente del Colari (Consorzio laziale rifiuti) Manlio Cerroni, e del responsabile dell'impianto, Francesco Rando.
E le reazioni politiche non mancano, soprattutto sull’esigenza di individuare in tempi brevi una nuova area per lo smaltimento dei rifiuti e chiudere la discarica di Malagrotta. La procedura di bonifica è stata avviata lo scorso anno dal presidente della Regione Piero Marrazo e, dopo tre anni di proroghe, Malagrotta dovrebbe chiudere il prossimo 31 dicembre.
Sulla vicenda interviene anche il sottosegretario all’Emergenza rifiuti Guido Bertolaso: «Il dissequestro del gassificatore - commenta Bertolaso - è un passo importante del percorso, ma non è l'unico. Anche nel Lazio hanno bisogno di lavorare e in modo intenso, tutti insieme. Abbiamo imparato qui in Campania - continua il sottosegretario - che le divergenze politiche nel campo della gestione dei rifiuti non servono. Anzi, sono controproducenti».