Roma, la “bomba” di Malagrotta

L’aria di Malagrotta si respira già a qualche chilometro di distanza, basta tenere aperti i finestrini dell’auto. E, per arrivarci, è sufficiente seguire la colonna di camion che incroci su via della Pisana. Per il resto, nulla farebbe pensare di star entrando nel luogo in cui finisce tutta l’immondizia romana, senza troppe distinzioni. Lungo la strada passi addirittura accanto a 25 mila metri quadri di pannelli solari, venuti giù qualche tempo fa e poi ricostruiti. Sopra la discarica. Appena scendi dall’auto, l’odore si fa molesto e vieni assalito dalle mosche. Qui insetti e gabbiani hanno trovato il paradiso. Il senatore dell’Idv, Stefano Pedica, che ha organizzato questa visita, è già arrivato: sta chiacchierando con il proprietario della discarica Manlio Cerroni, con l’amministratore delegato della società Giovi che la gestisce, Francesco Rando, con la presidente del Wwf Lazio, Vanessa Ranieri, e con Sergio Apollonio del Comitato dei cittadini di Malagrotta. Il giro turistico può cominciare a bordo di un pulmino, come se fossimo allo zoo.

Prima tappa, la più puzzolente: la fossa in cui i camion sversano i rifiuti. Una serie di piazzole in cui si entra a retromarcia. E una fotocellula che fa partire un getto d’acqua che riduce il tanfo. E poi tanta monnezza che si accumula, così come arriva dai cassonetti indifferenziati. Le cattive abitudini dei romani e di chi li amministra arrivano qui. C’è di tutto: dai rifiuti organici ai computer, dai materassi alle tv. Tutto insieme, tutto indistinto. Il pulmino riparte, ci portano a vedere la discarica, il regno dei gabbiani. Un’immensa estensione circondata dai tubi neri che recuperano il biogas, prodotto dalla fermentazione dell’organico. “Produciamo metano per gli automezzi – commenta fiero Rando – e 18 megawatt di energia elettrica”. ”Camminiamo su un vulcano”, scherza Apollonio. “Sono anni che ci dicono che Malagrotta è satura – ci spiega Vanessa Ranieri – oggi ci hanno comunicato che sono al 90 per cento della capienza. Il modo per uscirne? La differenziata porta a porta”. Un concetto che a Roma sembra lontano anni luce

Il Campidoglio ha concesso l’ennesima deroga nel dicembre 2009, indicando un volume massimo di rifiuti ancora da accogliere. Bisogna tener presente, però, che il terreno si abbassa con il peso e la combustione. E che nella nostra bolletta è compresa anche la voce per il “post mortem”, ovvero la cifra che il gestore mette da parte per quando la discarica sarà esaurita, ma che dovrà comunque essere controllata per 30 anni. Per tutto il resto, c’è il gassificatore. Entriamo in una struttura moderna, con monitor all’avanguardia e sala conferenze. Ci sono persino i temi dei bambini delle scuole che qui vengono in gita. Dopo un lungo corridoio, però, la scena si ripete: montagne di immondizia gettate dai camion. “Vengono da zone diverse da quelli che finiscono in discarica”, ci spiega un ingegnere, facendoci capire che l’unico criterio di distinzione è la provenienza geografica. Anche qui c’è di tutto, ma la filiera è diversa. I rifiuti vengono triturati, la parte più pesante e più umida cade altrove. Il resto finisce bruciato. Anche i toner delle stampanti, che tanto sani non sono. “La nostra centralina fa un monitoraggio continuo e circa tre volte al mese vengono i controlli dell’Arpa, della Asl e dei Noe (Nucleo ecologico dei carabinieri, ndr) – dice Rando – ma siamo disposti ad accogliere centraline e altri controlli esterni”.

Il senatore Pedica coglie la palla al balzo: “Porterò qui i tecnici tedeschi che faranno nuove rilevazioni”. La linea del gassificatore per ora è una, ma nel giro di un paio d’anni potrebbero esserne avviate altre due. L’azienda afferma di non godere di alcun contributo europeo, l’avvocato del Wwf storce la bocca. Il nostro tour termina laddove siamo partiti. Ci portiamo addosso, oltre alla puzza, la sensazione che, se non si inverte in tempi rapidi la tendenza sulla differenziata, nel giro di pochi mesi Malagrotta sarà una nuova Terzigno.

 

Ilfattoquotidiano.it è entrato nella discarica più grande d’Europa: Malagrotta, alle porte di Roma. Il Wwf da tempo denuncia: “Sono anni che ci dicono che il sito è saturo. Oggi, per la prima volta, ci hanno comunicato dei dirigenti della società che gestisce la discarica che siamo al 90% della capienza. Il modo per uscirne? La differenziata porta a porta”. Un concetto che a Roma sembra lontano anni luce. Ma se non si inverte la tendenza sulla differenziata, nel giro di pochi mesi Malagrotta sarà una nuova Terzigno.
di Silvia D’Onghia e Paolo Dimalio