Carissimo,

per aggiornarti sul problema degli effetti del particolato ultrafine sulla salute umana ho digitato  prima si scriverti questa mail  le  seguenti parole "ultrafine particles human health" su pub med 
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed e sono comparse la bellezza di 262 lavori pubblicati su riviste scientifiche internazionali.

Questo per confermare - se ce ne fosse bisogno- che il particolato ultrafine, quello per intenderci che ha dimensioni simili a quelle dei virus, NON viene fermato da alcun filtro (neanche dalle nostre membrane cellulari) e comporta senza ombra di dubbio GRAVISSIMI effetti sulla salute umana.

Per essere più precisa Ti riporto tal quale la frase presente a questo riguardo  nel documento che abbiamo inviato a tutte le Procure d'Italia all'inizio di quest'anno e che ti ho messo in grassetto :

"Fra gli inquinanti emessi dagli inceneritori possiamo distinguere le seguenti grandi categorie: Particolato - inalabile (PM10), fine (PM2.5) ed ultrafine ( inferiore a 0.1 µm) - metalli pesanti, diossine, composti organici volatili, ossidi di azoto ed ozono. Per quanto attiene il particolato le conseguenze che esso esercita sulla salute umana sono ormai universalmente riconosciute  ([i])([ii]) ed è parimenti assodato che esse sono tanto più gravi quanto più le particelle sono di piccolo diametro: si pensi che l’UE valuta che siano ben 370.000 le morti causate ogni anno in Europa dal particolato fine (PM 2,5) ([iii]). Gli inceneritori, a differenza di quanto si lascia comunemente intendere, sono una fonte non trascurabile di particolato: uno studio condotto in Svezia ha valutato che dal 17% al 32% del particolato PM 2.5 provenga dagli inceneritori ([iv]) ed una ricerca del 2007, condotta a Parigi, ha evidenziato che gli inceneritori sono una delle maggiori fonti di produzione di PM 2.5, unitamente a traffico veicolare e riscaldamento ([v]).

L’attenzione dei ricercatori è tuttavia sempre più rivolta a valutare il rischio rappresentato dal particolato ultrafine, quello cioè con dimensioni inferiori a 0.1 µm ([vi]). Grazie a queste dimensioni, simili a quelle dei virus, questo tipo di particelle è in grado di superare la parete degli alveoli alveolari, entrare nel circolo sanguigno e quindi, attraverso il sangue, giungere in ogni distretto dell’organismo. Si può stimare che, in un giorno, meno di un alveolo polmonare su mille entrerà in contatto con particelle PM10, mentre un singolo alveolo entrerà in contatto con centinaia e centinaia  di particelle PM 0.1 µm. I danni che ne conseguono sono rappresentati da stress ossidativi, stato di infiammazione generalizzato, aumentata della viscosità del sangue, alterazione delle più delicate funzioni cellulari che giungono  a  danneggiare direttamente lo stesso genoma. ([vii])([viii]) Si stanno inoltre accumulando evidenze che particelle di queste dimensioni possano arrivare direttamente, attraverso il nervo olfattivo, ai lobi frontali e che patologie neurodegenerative in drammatico aumento quali Parkinson ed Alzheimer  possano riconoscere una genesi di questo tipo. ([ix])([x])

Spero di essere stata esauriente, in caso contrario non esitare a contattarmi.

Un carissimo saluto

 

Patrizia Gentilini


 

[i] Pope AC Lung cancer, cardiopulmonary mortality, and long term exposure ti fine air pollution. Journal of American Medical Association, (2002)  287:1132-1141

[ii] Chen H, Goldberg MS, Villeneuve PJ. A systematic review of the relation between long-termexposure to ambient air pollution and chronic disease. Rev on Environ Health (2008)23: 243-297

[iii] Donaldson K et al. Combustion-derived nanoparticles: a review of their toxicology following inhalation exposure. Particle and Fibre Toxicology (2005) 2(1)

[iv] Aboh I.J.K et al. EDXRF characterisation of elemental contenents in PM 2.5 in a medium-sized Swedish city dominated by a modern waste incineration plant X-Ray Spectrometry, 2007 36(2) 104-110

[v] Widory D. Nitrogen isotopes: tracers of origin and processing affecting PM10 in the atmosphere of Paris Atmosferic Environment (2007) 42 (11) 2382-2390

[vi] The Royal Society and The Royal Academy of Engineering. Nanoscience and nanotechnologies http://www.nanotec.org.uk

[vii] Jesus A Ambient particulate pollutants in the ultrafine range promote early atherosclerosis and systemic

[viii] Calderon Garciduenas L. Pediatric Respiratory and Systemic effects of chronic air pollution exposure: nose, lung, hearth, and brain pathology Toxicology Pathology (2007) 35 154-162

[ix] Peters  A. Translocation and potential neurological effects of fine and ultrafine particles a critical update Part. Fibre Toxicol. (2006) 8 3-13

[x] Maynard J Metals and amyloide-B in Alzheimer disease Inter. J. Exp. Path. 2005  86 147-159