L'informazione ai cittadini, modello Municipio Roma XVI  

 

Un esponente della Prefettura, il Dott. Francica, in rappresentanza del Prefetto di Roma, il Presidente e il Vicepresidente del XVI Municipio, Bellini e Contrasto, il Presidente del Consiglio del XVI Municipio, Geraci, 5 o 6 vigili urbani, almeno 7 o 8 della Protezione Civile, circa altrettanti rappresentanti delle aziende coinvolte. In totale oltre 20 persone “istituzionali”. 

Per fare cosa? Per una “Assemblea Pubblica”  dove “… la Prefettura di Roma ottempera al disposto del Decreto del Ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare 24 luglio 2009, n. 139, che disciplina le forme di consultazione della popolazione sui piani di emergenza esterni alle industrie a rischio di incidente rilevante….” 

Eccellente! Quindi la popolazione è stata informata, come impone il DLL 334/1999 (legge Seveso II), e come i comitati territoriali vanno chiedendo inutilmente da anni, sulle procedure d’emergenza obbligatorie nei territori dove sono collocati impianti a rischio di incidente rilevante.

 Ora finalmente i cittadini sono informati.

 Quanti? I pareri sono discordi; c’è chi dice 5 o 6, chi si spinge a dire una decina.

 Risultato eccezionale; e immagino l’impegno profuso dalle “Istituzioni”, e in particolar modo dai suddetti del XVI Municipio, per mantenere il più possibile riservata l’informazione di questa assemblea pubblica, in modo da non coinvolgere troppi cittadini; alcuni dei quali potrebbero anche non sentirsi tranquillizzati dalle rassicuranti affermazioni.

 Soprattutto evitare la presenza di alcuni di questi cittadini, magari quelli che da anni si interrogano e interrogano sulla situazione di tutti questi impianti, e che magari avrebbero potuto obiettare che nella Valle Galeria, con la concentrazione di impianti inquinanti, pericolosi e a rischio di incidente rilevante, non si può sfogliare il carciofo parlando di una singola azienda, la Lampogas per l’occasione, che si trova a poco più di 50 metri dal gassificatore, che è dirimpettaio della Raffineria, circondata da depositi di carburante e di gas.

E d'altronde fu lo stesso Dipartimento X° del Comune di Roma, ufficio Valutazione di Impatto Ambientale, a scrivere già nel 2003 “In relazione al pericolo di incidenti rilevanti, considerato inoltre che nel progetto non viene esclusa l'assoggettabilità dell'impianto alle norme dettate dal D. Lgs. 334/99 e vista la concentrazione nell'area di altri impianti a rischio di incidente, si ritiene necessario che venga redatto uno studio di sicurezza integrato dell'area vasta.” E successivamente anche l’ARPA ha richiesto garanzie ulteriori per il rischio di un “effetto domino” relativo ad un eventuale incidente in uno degli impianti dell’area. 

No, no! Meglio evitare!!!

 Meglio mobilitare una ventina di persone dell’establishment per “informare” una decina di cittadini, meglio ancora se selezionati, su come funzioni tutto perfettamente. 

In questi giorni c’è un acceso dibattito intorno alla cosiddetta “legge bavaglio”, che ha il solo obiettivo di non disturbare la Casta tenendo i cittadini all’oscuro di quello che succede.

 A Malagrotta questa legge non serve, è superflua……

 

Maurizio Melandri